Mabi Two

    Considerazioni sulla navigazione oceanica

Confesso che avevo delle riserve ad affrontare le onde oceaniche dopo tanti anni di sole onde mediterranee e la programmata traversata dell'Atlantico mi dava qualche apprensione. Comunque, ho avuto la piacevole sorpresa di constatare che le normali onde atlantiche, non in burrasca, sono si enormi, ma sono pure docili. In barca vedi arrivare delle vere montagne d'acqua che sollevano la barca dolcemente fino alla loro sommita', dove si gode di un ampio panorama e poi la cala piano piano nel suo cavo, dove si e' circondati da vere pareti d'acqua.


Nave in difficolta'

Di giorno trovi con sorpresa che un vicino peschereccio oppure una grande nave sparisce completamente dalla vista dietro un muro d'acqua, per poi improvvisamente riapparire, cosi' come di notte nel buio totale, la vicina costa con tutte le luci dei paesini, viene nascosta da un grande sipario nero che si alza dal mare e che poi d'incanto scende e la costa riappare.


Orizzonte nascosto dalle one

Stando sottocoperta il movimento su’ e giu' e' quasi impercepibile tanto e' dolce, e si dorme benissimo, cullati dal gentile dondolio della barca e dallo sciacquio dell'acqua sullo scafo. Ma e' tutt'altra cosa quando le onde sono di traverso o c'e' burrasca e la barca balla da morire. Vieni sballotato continuamente nel letto ed il sonno viene bruscamente interrotto e devi quindi trovare una posizione allargata, stabile, magari aiutato da dei cuscini. Ma poi vieni svegliato dal boma che sbatte o dai winch elettrici messi in moto per regolare le vele da chi sta di guardia in coperta. E appena ti cali in un sonno profondo, ti chiamano per il tuo turno di guardia! E li’ devi combattere il sonno per stare sveglio. "Si dorme e si mangia quando si puo', non quando si vuole", dice Sandro, il nostro ex-ufficiale di Marina, efficientissimo ed implacabile nell'organizzare i turni.

 
guerrieri al lavoro ed al riposo

In questi casi tutto quello che non e' legato o messo via negli stipetti viene scaraventato dappertutto, creando un disordine apocalittico. Fai fatica a spostarti in piedi all'interno della barca e se non ti tieni bene sei scaraventato da una parte all'altra: vita difficile con il mare in burrasca. Scendere a fare il te' sottocoperta non e' cosa facile e rischi di scottarti malamente. Ho dovuto sagomare una tavoletta di legno per bloccare le tazze, altrimenti ti scivolano via, piene di acqua bollente. Quando vedi la pentola sui fornelli cardanici che oscilla ad angolo "impossibile", ti rendi conto di quanto la barca si piega a destra e sinistra. Infatti in momenti difficili si evita di cucinare e uno si accontenta del solito pezzo di pane e formaggio.

La parte che trovo sempre alquanto sconcertante, e’ la navigazione notturna senza luna, nel buoi piu’ pesto, quando non vedi assolutamente niente tutt’attorno, solo qualche riflesso delle luci di navigazione sulla schiuma bianca. La barca corre avanti alla ceca mentre tu scruti il buio senza vedere niente e speri e preghi di non incontrare ostacoli, detriti, un tronco d’albero, il container semi-sommerso, una balena... Il radar ti consola solo parzialmente, in quanto non può vedere oggetti nell’acqua e quindi devi contare solo su qualche santo in Paradiso, oppure sulle statistiche che ti dice che una collisione sarebbe una possibilita’ su un milione.

Poi verso la fine del tuo turno di guardia, sei stanco morto ed il sonno prende il sopravento e fatichi a tenere aperto gli occhi, il buio totale non ti fa vedere l’orizzonte e perdi un po’ il senso di direzione e cominci ad immaginare cose strane. Si puo’ anche avere la sensazione che la barca stia rallentando, che sembri appesantita. Pensi; forse c’e’ molta acqua in sentina! Guardi il riflesso della flebile luce degli strumenti sulla schiuma delle onde frangenti accanto alla bara e vedi che l’acqua e’ molto sopra il livello della coperta. C...o, stiamo affondando! Corri giu’ con la pila in mano ed il cuore in gola ad esaminare la sentina... e trovi che e’ completamente asciutta. Quindi torni tranquilizzato, ma imbarazzato in pozzetto e trovi che la barca sta felicemente scivolando su e giu’ tra le onde pensando “Ma che c...o ha il comandante?” e ti dice: “Ehi Capitano, ma perche’ non ti dai na calmata e lasci fare a me e tu pensa solo a stare in guardia per le navi?”

Un grosso problema ce l'hanno i maschi con la tavoletta del wc, che deve essere tenuta aperta con la mano altrimenti ti casca addosso, cosa molto complicata nei turni di notte, quando hai la cerata, maglioni, guanti, berretto, cappuccio, giubbotto di salvataggio e cintura di sicurezza; ci vorrebbero quattro mani. Sulla mia barca ho parzialmente risolto il problema con degli elastici antiestetici ma pratici, che fermano la tavoletta in posizione alzata, i quali dovro' rimuovere prima dell'arrivo della signora armatrice!

Oggigiorno ci sono tre grandi invenzioni che aiutano immensamente il navigatore moderno: l'autopilota, il GPS e le previsioni meteo affidabili e disponibili su internet. Il primo, e' un amico instancabile che lavora giorno e notte senza lamentarsi e ti lascia libero di fare altre cose e di riposarti, ma sempre tenendo un occhio aperto sull'orizzonte per eventuali scogli, navi od altri ostacoli. Le navi sono tristemente note per la mancanza di una guardia costante, quindi rappresentano un pericolo serio per la piccola barca a vela; si dice che anche se ti vedono tirano dritto. Quindi sta a noi ad avere sempre un membro dell'equipaggio a guardarsi attorno a 360 gradi. La notte si cercano le lucine all'orizzonte e si cerca di capire dal loro colore, bianco, verde o rosso, in quale direzione procedono e se possono essere una minaccia.

Però quando c'e' mare molto mosso, e' meglio non contare sull'autopilota ed e' consigliabile prendere in mano il timone. In mare aperto non ci sono punti stabili di riferimento con cui timonare, se non quelli celesti, il sole la luna e le stelle. Anche oggi, come in antichita' si continua ad usarli per tenere la rotta, mantenendo per esempio una particolare stella allineata con una sartia della barca. Ma quando viene oscurata da qualche nuvola bisogna ricorre alla bussola, che non e' facile, dato che devi anche controllare le onde e l'orizzonte. Pero' bisogna considerare che anche i corpi celesti si spostano, se pur lentamente, quindi devi tenerlo presente e spostare ogni tanto la posizione di riferimento di qualche grado.

La seconda invenzione rivoluzionaria e' il GPS, lo strumento satellitare che ti da’ il posizionamento costante della barca riportato sulla carta nautica e ti consente di sapere in ogni momento dove stai rispetto agli scogli ed ostacoli fissi e ti aiuta a programmare una rotta in tutta sicurezza.


Scoglio in vista

La terza "invenzione" e' rappresentata dalle previsioni meteo di ultima generazione che oggi sono affidabilissime e liberamente disponibili su internet. Puoi vedere le previsioni graficamente della forza e direzione dei venti, l'altezza delle onde e la pioggia per i successivi cinque giorni, permettendoti di programmare in piena sicurezza la tua trasferta in barca.

Certo, ci sono altre "diavolerie", come il telefono satellitare ecc, ma questi tre sviluppi tecnologici hanno contributo piu' di tutti alla larga diffusione del diporto nautico nel mondo negli ultimi anni, rendendolo molto piu' facile e piu' sicuro. 

Certo ci sono dei grossi disagi nella navigazione oceanica, ma c'e' anche grande soddisfazione a coprire grandi distanze e scoprire continenti per te nuovi e ci sono anche tanti momenti di forte emozioni, sia di fronte al pericolo, ma anche davanti alla grandiosita' ed alla bellezza della natura.

L. Camillo 
Novembre 2009

  

Regole di bordo barca per traversata atlantica                                               Rules for ocean crossing

Check list per preparazione alla burrasca                                                       Considerations on ocean cossing

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