Giornale di bordo - parte 1 Preparazione
e partenza da Antigua
Abbiamo constatato che le batterie degli winch elettrici dovevano essere sostituiti e che si poteva fare velocemente soltanto a San Marten, quindi decidemmo di partire per quella destinazione e terminare li' la cambusa. L'elettricista Mandela ci avrebbe accompagnato, dato che voleva un passaggio a Sint Maarten, una piccola isola, mezza olandese (ancora con i fiorini) e mezza francese. Partimmo il 30 Aprile alle 15.00 e mi sono subito accorto che la barca era estremamente lenta, quindi ancorai fuori del marina ed ispezioniamo la carena che era sporchissima, e' piena di escrescenze e denti di cane e poi in cosi' poco tempo. Ma Mandela ci disse che da loro, ed in particolare a Jolly Harbour, era cosa normale.
Facciamo tutti a turno a raschiare via la sporcizia, Riky con l'utilissimo bombolino che tengo a bordo per queste emergenze. Poi la sera alle 18.00 partiamo per San Marten ed arriviamo alle 8.30 il mattino dopo, appena in tempo per un'altra grattatina alla carena, prima dell'apertura del ponte elevatoio per entrare nella baia Simpson.
E
una baia con poco fondale, ma molto protetta e con vari marina,
interconnessi con canali dragati ma mal indicati da boe ambigue. In fatti
ci siamo incagliati nel fango e solo dopo vari tentativi siamo riusciti a
districarci ed ormeggiare al Simpson Bay Marina. Comunque, essendo Sabato
primo Maggio, tutti i negozi e di nautica erano chiusi e quindi abbiamo
dovuto aspettare il lunedi' per acquistare le batterie e gli altri pezzi di
ricambio (un WC che perde, una pompa di sentina guasta ecc). Quindi il
mattino presto, tutti via ai vari negozi con compiti diversi.
C'e' veramente tanto da fare nel
preparare una barca per la traversata atlantica di ritorno, nonostante
tanto era gia' stato fatto per l'andata. La sicurezza e' la prima
priorita', poi le riparazioni, l'installazione di nuove attrezzature, fare
la cambusa e generalmente mettere tutto in ordine. Questi preparativa
forniscono anche l'opportunita' al equipaggio di conoscersi e di formare
una squadra affiatata, cosa importantissima.
3 Maggio, l'ultimo
giorno di preparativi e la partenza di Mandela, che comportava un ulteriore
visita dello skipper al Dipartimento di Immigrazione per permettergli di
prendere l'aereo per Antigua. Riky ci indico' un pescecane che ispezionava la nostra barca e l'esca che avevamo all'amo, ma fortunatamente non abboco'. In compenso Riky tiro' su un bel tonno di 3 chili, gia' il primo giorno. In queste 24 ore abbiamo percorso 122 miglia e 127 il giorno successivo. Si potrebbe fare di piu' ma io insisto nel ridurre le vele la notte, che ci rallenta, ma meglio essere preparati per gli eventuali groppi notturni, che possono anche essere pericolosi. In tre giorni vediamo solo tre navi ed un oceano quasi deserto. Un altro momento di apprensione quando l'antenna del telefono satellitare Iridium si ruppe, isolandoci dal mondo ed in particolare dalle email, su cui dipendiamo per le previsioni meteo. Comunque, David molto bravo, riusci a saldare i fili rotti, permettendoci di ricollegarci ad Internet. Io invece, ho dovuto legarmi precariamente in piedi per allungarmi a cucire il lazy bag della randa che faceva scivolare fuori la sua di supporto. Venerdi' 7 Gli ultimi due giorni sono stati assolati con venti leggeri da NE, sui 12 nodi e occasionalmente di 17 nodi, quindi procedevamo solo da 4 a 6 nodi. Rob e' bravo a costantemente regolare le vele per ottenere quel nodo in piu'. Procediamo su rotta nord, nord-est per arrivare sufficientemente a nord da poter virare verso est a circa 30° Nord 60° Ovest a circa 300 miglia da Bermuda, dove dovremmo trovare venti da poppa che ci spingeranno verso est per poi salire alle Azorre. Molte barche invece salgono piu' a nord e fanno tappa alle Bermude, ma secondo me, allungano il viaggio e poi si trovano troppo a nord e con piu' probabilita' di incontrare delle burrasche. Troviamo molte alghe galleggianti oggi e Fabio ha preso il suo primo pesce, un Mahi-Mahi (Dorado) di 5 chilo ed impar da Riky come sfiltettarlo. Al tramonto abbiamo avuto uno spettacolo di almeno 30 delfini correre verso di noi per giocare tutt'attorno alla barca. Durante la notte il vento si calmo' completamente e abbiamo dovuto andare a motore per cinque ore. Sabato 8 Il vento si e' ripreso, dai 15 a 18 nodi che ci permette di camminare meglio, ma mi rendo conto che la carena non e' ancora sufficientemente pulita da permettere alla barca di fare il meglio di se; ci siamo ancora portando in giro troppa sporcizia attaccata alla carena da Jolly Harbour. Decido di migliorare la situazione, ma l'avvistamento dello squalo mi fa restio a mettere qualcuno in acqua a pulire la carena. Quindi ho pensato d'improvvisare una pulitura utilizzando delle corde attorcigliate ruvide e passarle attorno alla carena per raschiarla pulita. La ciurma, molto scettica, inizia a tirare su e giu' le corde da una parte all'altra; poi l'abbassano per farle passare sotto la chiglia (avevo preso la precauzione di prima rimuovere l'elichetta del log, per non danneggiarla - fa un certo effetto aprire quel buco nella sentina in pieno oceano e vedere l'acqua entrare di botto!) Miracolosamente la carena diventa pulitissima e la barca scivola via che e' na meraviglia, guadagnando almeno un nodo in velocita'.
Le previsioni meteo ci
segnalano un fronte freddo per stanotte. Le previsioni mi arrivavano
sempre via NAVTEX nei Caraibi, ma qui siamo ormai fuori portata e
dipendiamo sul provider Mailasail.com attraverso il telefono satellitare
Iridium, inviandoci previsioni in forma testo e con le grib file (da www.grib.us).
Si tratta di una serie di immagini dinamiche con delle freccette indicando
direzione e forza del vento a distanza di varie ore e per diversi giorni,
nonche' direzione di onde e pressione barometrica. Utilissime.
Cerchero' di spiegare cosa cerchiamo di fare: si parte subito dopo il passaggio di un'alta pressione e si sale a nord spinti dai venti da sud. A circa l'altezza delle Bermude si gira a destra sopra le alte pressioni, avvicinandosi alle basse pressioni site al nord, ma giusto il tanto da sfruttare i venti da ovest, ma non troppo vicino, altrimenti sei nel pieno della burrasca. Ti devi trovare sempre tra i venti anti-orari al nord ed i venti orari al sud, cosė d'avere sempre venti da poppa o da giardinetto per spingerti verso l'Europa. Questa e' la teoria, la pratica e' tutt'altra, perche' in effetti trovi vento da tutte le direzioni e di tutte le intensita'! Io ho caricato a bordo 14 tanniche di gasolio di riserva per superare le zone di assenza totale di vento, avendo deciso di prendere "la strada bassa", con rischio di calme di vento. Le enormi distanze atlantiche non ti permetterebbero di farcela tutta a motore perche' finirebbe quasi subito il carburante, ma avere una buona riserva di consente di andare avanti fino al arrivo della prossima perturbazione. Chi prende "la strada alta" avra' quasi sempre vento, ma anche troppo, con rischio di rotture all'albero ed alle vele. E' qui che le mappe del vento delle grib file sono indispensabili per individuare giornalmente la rotta ideale per te.
Articolo italiano "Come ho riportato la barca dai Caraibi" Regole di bordo barca per traversata atlantica Check list per preparazione alla burrasca
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