Il  Mare  Mediterraneo

-  una breve storia   Pagina 6a  -

L'Odissea di Ulisse

Ulisse era l’eroe greco che conquistò Troia, nascondendosi dentro il cavallo di legno, che fu poi trascinato dentro le mura dal nemico troiano.

Lo scrittore Omero raccontò le tante successive avventure di Ulisse che navigava in giro per il Mediterraneo inesplorato. Questa epica storia è intitola “L’Odissea” ed è un racconto di fantasia, ma sicuramente è stata ispirata da tanti paurosi e stravaganti racconti di marinai dell’antichità al ritorno dalle loro esplorazioni dell’allora sconosciuto Mare Mediterraneo.

Omero inventa nomi nuovi per i luoghi dei suoi racconti e per gli storici è stato un lieto passatempo sin dai tempi dell’antica Grecia e Roma, a cercare di individuare i veri luoghi descritti nell’Odissea. C’è anche sempre stata un’accesa concorrenza da varie località turistiche che rivendicavano paternità per i luoghi visitati da Ulisse.

Comunque c’è una certa concordia riguardo a vari episodi dell’Odissea che si individuano in località situate in Sicilia, nella costa sud-ovest dell’Italia ed in Sardegna. In tempi antichi si trattava per i greci, di zone inesplorate del Mediterraneo e quindi ideale per l’ambientazione di un racconto avventuroso.

A proposito di questa zona, che per i greci era il “Far West”, una recente teoria di uno studiose sardo, Sergio Frau, ritiene che le Colonne di Ercole fossero situate, non nello Stretto di Gibilterra, ma più vicine: tra l’Africa e la Sicilia e che Atlantide sarebbe stata la Sardegna. Questo perché, alla fine dell’ultima era glaciale, il livello del mare era molto più basso e quindi lo Stretto tra la Tunisia e la Sardegna era molto più stretto, oltre il quale, per l'antico marinaio, c’era l’ignoto.

Comunque molti storici sotto stimano le capacita' navigatrice dei marinai antichi, in quanto si evince che sono arrivati a Malta via mare 6000 anni fa e gli aborigini in Australia ben 40.000 anni fa. Quindi dovremmo accettare che il Mediterraneo sia stato largamente navigato fin dai primi tempi che l'uomo era giunto sui sulle sue coste invitanti.

Nell’Odissea di Omero, possiamo constatare che lo Stretto di Messina, con i suoi paurosi (ma innocui) vortici marini, era il luogo ideale per domiciliare i mostri marini Scilla e Cariddi. Il vulcano Etna poi, era l’ispirazione che creò la caverna di Polifemo, il gigante con l’occhio solo, che divorò parte dell’equipaggio di Ulisse.

Le isole a nord della Sicilia, le Eolie, tra cui Stromboli e Vulcano, con il sempre presente vento furono per Omero un ovvio domicilio per Eolo, il dio del vento.

Le bellissime falesie di Capri sono diventate la dimora delle sirene che cercarono di incantare l’Ulisse legato all’albero della sua barca, per sentire i loro canti.

I Campi Flegrei vicino a Napoli sono ancora zona vulcanica ed attualmente in sussidenza, che sta lentamente immergendo le rovine romane nelle onde del mare. Dove altro poteva Ulisse scendere negli inferi per parlare con i morti?

Il promontorio roccioso del Circeo, l’unico in tutta la costa a sud di Roma, ha rivelato la presenza umana fin dai tempi preistorici, con la scoperta delle ossa dell’ uomo di neanderthal nelle sue caverne. Era qui che Ulisse fu ammaliato dalla bella maga Circe. 

Il nostro eroe marinaio deve essersi spinto fino in Sardegna, dato che gli storici hanno individuato nella baia di Porto Pozzo a nord-est dell’isola e nelle Bocche di Bonifacio, come località dei Lestrigoni.

Ulisse, come tutti i marinai dell’antichità, non avevano le carte nautiche, né il GPS, né le immagini meteo satellitari, per guidarli nelle loro navigazioni e dovevano per forza essere dei veri esperti marinai ed avere anche una certa dose di fortuna, per districarsi tra le tante isole e scogli e poter ritornare a casa. Infatti sono tanti a non esserci riusciti ed il fondo del mare mediterraneo è disseminato con tante navi antiche e con i loro carichi di anfore e tesori. 

Oggi invece il marinaio moderno può navigare in tutta sicurezza e visitare le tante meraviglie del Mediterraneo, e ripercorre le rotte faticosamente seguite dai nostri famosi eroi nell’antichità.

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