Page
3

 

Mabi Two

- Caraibi Crociera nelle isole Leeward

Dominica

17 Febbraio Partita la figlia, sono arrivati alcuni giorni dopo a Martinica, altri nostri amici dalla Sardegna, Giuseppe, Marilinda e figlia Virginia, dove abbiamo assistito ai festegiamenti del Carnevale, per poi partire per Dominica.


Indian River con guida "Fire"


Devestante effetto dei uragani

Dominica forse e' l'isola piu' "primitiva", nel senso meno turistica e tagliata fuori dai grandi flussi e quindi ha un charme caraibico tutto particolare. Questo sicuramente in parte e' dovuto all'assenza di un porto turistico, di posti barca sicuri, che significa che le barche si devono mettere all'ancora, davanti alla capitale Roseau, dove spesso arriva una risacca spaventosa, che non lascia dormire per il forte rollio, che fa preoccupare addirittura per la sicurezza della barca. Comunque vicino, c'e' una baia dove si puo' star piu' tranquilli. Ma non per questo si deve evitare Dominica, che offre molto in varietà della natura e simpatia e stravaganza degli abitanti.

E' d'obbligo la passeggiata in barca a remi sul straordinario fiume Indian River e fare trekking nella foresta pluviale fino alla cascata e fare un tuffo nelle acque gelide del fiume sotterraneo... un'esperienza indimenticabile.

E' pure impressionante vedere le navi spiaggiate dagli uragani proprio nel lungomare del centro della capitale.

Les Saintes

28 Febbraio A sud di Guadeloupe ci sono due isole molto particolari che meritano una visita, Les Saintes e Marie Galante. A Les Saintes abbiamo ri-incontrato Tina e Tony della barca Tioram, che non si sarebbero fermati a Dominica, volendo andare più a nord e scoprire le isole Vergini britanniche, prima di ritornare anche loro in Europa.

Guadeloupe

1 Marzo Guadeloupe, assieme a Martinica, sono le due isole francesi, con lingua e sapore decisamente francese; infatti sono Departement d'outre mer (una Regione) con gli stessi diritti, stessa moneta Euro ed infatti ci sono molti turisti e residenti francesi, che godono un clima caldo tutto l'anno. 

Guadeloupe e' a forma di farfalla ed infatti le due ali sono separate da uno stretto canale, non navigabile e la capitale e' Pointe a Pitre sita alla congiunzione delle due ali. A nord ci sono zone paludose con mongrovie non abitate, visitabili solo in barca a motore e piccolo centro storico dove sono sbarcati i primi schiavi della zone. Oggi e' visibile la scalinata da loro costruito che sale dal porto, con affisso le placche dei nomi di tutte le tribu africane raziate. 


Deshaies ed il suo giardino botanico

Deshaies e' l'ultimo ancoraggio a nord dell'isola di Guadeloupe, prima di partire per Antigua, dove c'e' un bellissimo giardino botanico da visitare. Ma anche questa insenatura e' occasionalmente afflitta da risacca laterale che rende l'ancoraggio molto scomodo ed infatti, abbiamo avuto un movimentato sbarco di Marilinda e Giuseppe sotto la pioggi che ci lasciavano per tornare in Italia. 

Lasciamo sulla nostra sinistra l'isola di Monserrat, devestata dalla recente eruzione del volcano ed ora di divieto di avvicinamento. Abbiamo avuto le sue ceneri sulla barca fin da Martinica. Forse era un presagio di quello che sarebbe successo ad Haiti da li a poco, un terremoto devastante.

Marie Galante

5 Marzo Prima di lasciare Guadeloup facciamo una visita all'isola Marie Galante. Qui sono ancora molto evidente i segni dello sfruttamento degli schiavi per mano d'opera per le coltivazioni della canna da zucchero, di cui ci sono rovine molto significanti.

Antigua

Partiti i nostri amici, Mabi ed io ci avviamo ad Antigua, l'ultima tappa della nostra crociera dei Caraibi prima di riportare la barca in Mediterraneo. Antigua era Inglese e si vede, dalla lingua parlata, dall'architettura, l'organizzazione ecc. Basta vedere English Harbour, sede nondimeno che di Lord Nelsen. Questa e' zona dell'elite, dei grandi pamfili e maxi-yachts e delle regatte. Alla fine della Antigua Sailing Week a Maggio, molte barche si avviano per l'Europa proprio da qui e ci sono spesso marinai che cercano imbarchi per il viaggio di ritorno. Io avevo gia' definito la mia lista di equipaggio per il mio ritorno della barca, ma stavo all'erta in caso di qualche cancellazione.

Con Mabi ho ormeggiato ad English Harbour qualche notte e fatto conoscenza con Mandela, un bravo elettricista di colore che mi ha fatto qualche riparazione. Poi siamo andati a Jolly Harbour come destinazione di sosta mentre tornavamo in Italia per lavoro. E' un bel marina in un lago interno ed all'esterno lunghe spiagge bianche ed acqua color smeraldo, tanto invitante che una notte abbiamo deciso di restare fuori all'ancora. Ma quella notte ritornò la risacca che ci rendeva scomoda la sosta, quindi nel buio profondo, piano piano siamo rientrati nel marina. 

Un giorno abbiamo noleggiato un auto per visitare l'interno dell'isola e la famosa Emerald Cove, nonche' la strepitosa spiaggia Half Moon Bay, dato che non c'era piu' tempo per andarci in barca, visto la nostra partenza imminente.

Essendo arrivato cosi' vicino al Canale di Panama, avevo molto pensato a continuare e fare la circumnavigazione del mondo, magari fermandomi sei mesi nella mia natale Australia, ma mi aveva molto pesato la lunga traversata atlantica e le interminabili notti di guardi lottando contro il freddo e la sonnolenza. Il Pacifico impone delle tratte ancora piu' lunghe che mi ha scoraggiato ad affrontare quel tragitto, almeno per ora.

Avrei dovuto quindi pensare al ritorno al Mediterraneo quanto prima, per organizzare il tutto, per partire entro il mese di Maggio, prima che arrivano gli uragani che possono devastare le Piccole Antille tra Giugno e Settembre. Si potrebbe lasciare la barca qui, ma preferibilmente in Trinidad o Tobago dove non arrivano gli uragani, pero' andandoci in flotta con altre barche per tenere lontano i pirati che circolano in quelle acque. 

Per il ritorno in Mediterraneo gli armatori facoltosi fanno trasportare la loro barca sulle navi apposite, oppure si affidano a dei skipper professionali per condurre la barca via mare. Ma a parte il costo non indifferente, si rischia anche danni alla barca dato che questi skipper pensano solo al rientro piu' veloce possibile ed alcuni impiegano ragazzi giovani alle prime armi.

Mi sono molto documentato sulle rotte di rientro ed ho avuto conferma che e' molto piu' impegnativo dell'andata e quindi non nascondo molta mia apprensione per questo compito gravoso.  E mi misi seriamente al lavoro per prepararmi e cercare equipaggio.

Parto da Antigua per ritornarci verso il 24 Aprile, incontrare l'equipaggio e di partire con la barca alla fine della Sailing Week agli inzi di Maggio. 

 

 

<<<  INDIETRO       AVANTI >>>

Back to Home Page 

    The Mediterranean Sea
    mediterranean-yachting.com
         Copyright L. Camillo 2010